alitosi
Redazione Studio Garganese

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Da cosa può dipendere l’alitosi?

Immaginiamo che sia accaduto quasi a tutti di ritrovarsi almeno una volta in situazioni piuttosto sgradevoli o imbarazzanti, durante le quali il proprio interlocutore manifestava problemi di alitosi. Chissà in quali altre occasioni sarà capitato a voi stessi di affrontare la stessa condizione. Ebbene sì: soffrire di alitosi è assai comune e disagevole ed è importante capire cosa possa provocare un tale malessere per essere in grado di adottare le opportune precauzioni o di metter atto le giuste soluzioni. Chiariamo anzitutto a cosa ci riferiamo quando parliamo di alitosi, ovvero a quello stato per il quale durante la normale azione respiratoria, si propaga dall’interno della bocca verso l’esterno un odore piuttosto sgradevole che prende il nome di alito cattivo. Questo fenomeno ampiamente riscontrabile in ogni fase della vita incide assai negativamente sulla qualità delle relazioni, alimentando malessere e fastidio nei soggetti coinvolti, soprattutto in relazione alla loro socialità e all’imbarazzo di intrattenere conversazioni con persone certamente disturbate dal loro alito maleodorante. L’alitosi o più tecnicamente bromopnea ha carattere temporaneo o permanente a seconda dei motivi per i quali si presenta. Nel primo caso, compare in modo episodico ed è facilmente riconducibile ad una scarsa igiene orale, si tratta certamente della forma più diffusa ma anche della più semplice da curare e risolvere. Meno frequentemente si rivela un vero e proprio requisito patologico e in quanto tale piuttosto persistente. In queste circostanze è necessario individuarne anzitutto la provenienza che può risiedere all’interno dell’apparato gastrointestinale, di quello respiratorio e del cavo orale e successivamente procedere con un diretto intervento terapeutico per curare la patologia dalla quale l’alitosi deriva ed eliminare in questo modo anche il problema.

QUALI SONO LE CAUSE DELL’ALITO CATTIVO?

All’origine dell’alitosi ci possono essere diverse cause e fattori. Come abbiamo già anticipato, alcune tra queste sono legate all’igiene orale e più in generale a problemi odontoiatrici, quali le infiammazioni gengivali e le malattie parodontali; altre motivazioni sono da indagare all’interno dell’apparato gastrointestinale e respiratorio, senza tralasciare di esaminare le proprie abitudini alimentari.

QUANDO L’IGIENE ORALE È INSUFFICIENTE

Nove volte su dieci, la bromopnea si verifica perché viene trascurata l’igiene orale e si intensifica la presenza della placca batterica all’interno della bocca. Placca uguale batteri che agendo sulle tracce di cibo non rimosse liberano il metantiolo e il solfuro di idrogeno, due sostanze naturali gassose che si contraddistinguono per il loro pessimo odore. In particolar modo la placca si annida nelle intercapedini dei denti, laddove più difficilmente si riesce ad eseguire una pulizia adeguata. Perpetuare questa pratica scorretta contribuisce inoltre allo sviluppo di alcune malattie infiammatorie di origine gengivale provocate dai depositi di tartaro. Tra queste certamente la parodontite e la gengivite sono quelle più note ed insieme ad altre infezioni come gli ascessi e le carie dentali diventano anch’esse responsabili della comparsa dell’alitosi. Per risolvere il disturbo occorre curare l’infezione e trattare la malattia. La particolare attenzione nei confronti dell’igiene orale va estesa ovviamente anche alle protesi ortodontiche e odontoiatriche di ogni tipo che necessitano di maggiore accuratezza nella rimozione della placca batterica.

INGERIRE CIBI CHE PROVOCANO L’ALITOSI

Quando l’alitosi scaturisce da ciò che ingeriamo è il caso di rivedere la nostra alimentazione. Esistono infatti degli alimenti che possono favorire la comparsa dell’alito cattivo per opera di alcune sostanze in essi contenuti. Grazie al gusto prepotente che li caratterizza, questi cibi sono facilmente individuabili: si tratta soprattutto delle spezie piccanti, dell’aglio e della cipolla. Anche alcune pietanze ad alto contenuto proteico, come diversi tipi di formaggio e di pesce possono provocare un alito maleodorante. Se si è soliti farne un abbondante uso può risultare utile limitarne l’assunzione, allo stesso modo è del tutto sconsigliato digiunare lungamente, poiché questa abitudine rallenta la formazione della saliva che svolgendo una preziosa funzione detergente all’interno della bocca contribuisce a mantenere un buon livello di pulizia. In sua assenza infatti i batteri proliferano e la bromopnea trova terreno fertile.

MALATTIE RESPONSABILI DELL’ALITO CATTIVO

Oltre alle patologie odontoiatriche, possono determinare l’alitosi alcune malattie legate all’attività degli organi interni. Ci sono infatti alcune disfunzioni dell’apparato digerente, come le ulcere, la gastrite, l’ernia iatale e il reflusso gastro-esofageo che spesso provocano come conseguenza l’alito cattivo. Stessa cosa può accadere per opera dell’apparato respiratorio qualora si manifesti la bronchite, la tonsillite, la sinusite ed altre malattie similari. La bromopnea può rivelarsi inoltre un sintomo rivelatore della presenza di una malattia sistemica come il diabete e altre disfunzioni renali ed epatiche. È sempre importante dunque, indagare approfonditamente sulla natura del problema, soprattutto per escludere che all’interno del proprio organismo siano presenti problematiche più serie.

COME CURARE L’ALITOSI

Il primo rimedio utile è la prevenzione. L’alitosi è in molti casi evitabile, approcciando correttamente la pulizia della bocca, utilizzando uno spazzolino in buono stato per detergere quotidianamente sia i denti che la lingua e completando tutte le operazioni con l’impiego del filo interdentale e del colluttorio, per essere certi di aver rimosso ogni traccia di cibo e batteri e per rinfrescare tutta la cavità orale. Questa procedura va ripetuta ogni volta in cui si mangia, dedicando qualche minuto ad ogni passaggio. Quella che abbiamo individuato come prevenzione, diventa cura, quando la bromopnea è passeggera e non è legata a disfunzioni interne. In quest’ultimo caso invece, solo le indagini e la valutazione medica del dentista potrà guidare il paziente nella ricerca della fonte che si trova all’origine del problema, per poi guidarlo nel trattamento della patologia e di conseguenza, nell’eliminazione del sintomo. 

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